So che non pubblico post da un po' di tempo, ma ci sono gli esami e io ho dei problemi a gestire il tempo per lo studio, giacchè vado lento come un bradipo con la febbre spagnola e per recuperare il tempo perduto devo stare incollato alle sudate carte per interi giorni consecutivi. Mi ero proposto di riscrivere dopo il 7 Febbraio, quando ormai avrò finito di dare gli esami di questa sessione, ma gli eventi che sono successi tra ieri ed oggi mi hanno costretto a tornare qui, per esporre linearmente e in modo intellegibile alle umane genti il mio personalissimo pensiero su ciò che è successo ieri: la Giornata della Memoria.
Già l'occasione richiede silenzio, riflessione e mestizia. E' certo che se alla base non c'è informazione e documentazione quel silenzio e quella mestizia hanno la pari utilità della perplessità di quando ci troviamo in piadineria e non sappiamo quale piada scegliere. Invece, un nano scappato dal bosco ormai da tempo ieri ha deciso di non solo rimanere in mesto silenzio, ma anche di aprire la bocca per dire la cosa più inopportuna che si potesse dire in una giornata come quella di ieri. Voi tutti sapete a cosa mi riferisco.
E' un po' come quando ad un funerale vai a chiedere all'unica persona con gli occhi gonfi come melanzane siciliane "Allora, come sta tuo padre?", quando poi ti accorgi che il funerale è proprio di suo padre. Cioè, non bisogna poi stupirsi se poi rischi il linciaggio. Come se ad una manifestazione animalista ti presenti lì dicendo "Sai cosa? Sai che quel cagnolino che ti stai portando a spasso fatto in umido con le olive sarebbe una meraviglia?".
Ecco, quello là ha fatto una figura simile, dimostrando di avere la stessa delicatezza di un Varano di Komodo con l'epilessia. Oltretutto, l'evento in cui è stata pronunciata la frase incriminata rendeva il tutto ancora più disgustoso, non mi vengono altre parole.
Dopo l'iniziale sbigottimento, è sopraggiunto il terrore. Sono rimasto terrorizzato nel vedere che della GENTE sui vari social network ha avuto anche il coraggio di difenderlo. A parte che difendere una persona del genere dimostra di aver spento il cervello, non dico da 20 anni, ma almeno da 3 sì. Dimostra anche una pochezza d'informazione che nemmeno un bambino in Burundi chiuso in un container, ma questa è un'altra storia.
Ora, non mi potete dire che bonificare qualche palude, cercare di risollevare le sorti dell'economia italiana, raggiungere in qualche modo l'autosufficienza e creare un embrionale welfare giustifichino delle azioni di un regime illiberale che per affrontare i dissidenti provvedeva all'eliminazione fisica o all'intimidazione. Fortunatamente ci sono cose più grandi di una bonifica di una palude: quelle cose così di poco conto come la dignità umana e la libertà di parola/pensiero.
Come se poi le leggi razziali siano solo un inciampo, un incidente di percorso di poco conto nel contesto di un'opera più grande, quando in realtà sono la più palese offesa al genere umano; anche se quando queste non toccano personalmente, è difficile rendersene conto se si ha poca empatia e coscienza morale e civile. (Che poi Mussolini le leggi razziali le fece di sua sponte senza nessuna ingerenza da parte della Germania è cosa nota, ma certa gente preferisce non ricordare...amnesie mirate).
Oltretutto, i risultati mediamente positivi che si sono raggiunti durante il regime li hanno raggiunti altri Stati, magari anche più velocemente, magari con risultati migliori, e soprattutto senza rinunciare alla democrazia, nella quale io, personalmente, ripongo ogni fiducia.
Non nego che certe persone facciano venire voglia anche a me di instaurare un regime illiberale, giusto per togliermi di mezzo le infradito, il retro delle ginocchia e le persone che piuttosto che studiare e informarsi proseguono sordi nelle loro malsane idee dando credito al nano infoiato, ma sono convinto che sia compito di una società giusta tutelare anche la loro opinione e, soprattutto, coinvolgere tutti i modi e i mezzi possibili perchè non rimangano sordi alla storia e sappiano valutare una minchiata apocalittica da un libero pensiero.