domenica 9 dicembre 2012

Non lo faccio spesso, ma so scrivere di moda anche io.

Il mio blog è giovane, molto giovane, ed è stato principalmente creato perchè io mi dessi da solo una piattaforma visibile (ma visibile dove poi? pff) dove poter scrivere. I miei lettori lo sanno, la mia passione è la moda. Tuttavia, in questo blog non ne parlo quasi mai.
Ma oggi, per dimostrare che io merito di essere scelto da Vogue tra gli Undici (e lo metto colla maiuscola così conferisco un'aura sacrale tipo "Compagnia dell'Anello"), do voce alla mia vera passione, sperando di fare cosa buona e giusta e non un assemblaggio di parole senza capo né coda. E siccome io sono sempre sul pezzo, sono sempre il primo che arriva, pronto a divulgare la notizia quando è ancora ignota al globo, parlerò delle collezioni primavera-estate 2013, che sono state presentate a Settembre di quest'anno. Eeeeeeh lo so, come sono aggiornato io nessuno mai. Cioè, Mentana spostati, su...

Misura e sobrietà: queste parole riassumono molto bene ciò che si è visto di più sulle passerelle milanesi. E poi colore, colore e colore. Si parla sempre d'estate, alla fine.
La gioia dell'estate è data dai colori, freschi e pieni della joy de vivre estiva. A cominciare da Dolce & Gabbana, dove la geometria dei tagli, data dalla linea ad A e dal trapezio, viene ammorbidita dai cotoni e dalle organze. I colori, ispirati ai pupi e ai carrettini siciliani, trasmettono un'allegria folkloristica e mai frivola. E il folklore, poi, celebra direttamente l'artigianalità e la sapienza sartoriale, di quelle signore del sud che si riunivano in compagnia per confezionare pizzi e merletti, le stesse signore che confezionavano il corredo per la dote della nipote.
Questo è il mio look preferito. Lo trovo freschissimo, elegante e per niente volgare. E poi credo che si adatti bene anche a fisici un po' più curvy.
                           
       Dolce&Gabbana, collezione primavera estate 2013
Sempre tra forme definite ma fluide, tra colori energici ma mai volgari, tra artigianalità e ricerca, troviamo la collezione di Fendi (che tra l'altro compie 87 anni, mica male..). Certamente su una strada diversa dalla celebrazione del folklore siciliano di Dolce & Gabbana; piuttosto, strizza l'occhio agli anni '60; con un'interpretazione assolutamente moderna però, data dalla sovrapposizione di pannelli di tessuto cuciti con la saldatura. La donna Fendi è assolutamente ironica, sa giocare col look e sa divertirsi, ma non si concede di apparire ridicola al resto del mondo anche se è estate. Perchè va bene lasciarsi andare, ma non per questo conviene diventare delle squinzie sguaiate. Quello no, questo la donna Fendi lo sa; la donna Fendi ti dice "Ma perchè devi diventare idiota per farti vedere? cosa ci guadagni? Ma proprio nulla. Ma guarda che il low profile ci azzecca sempre. E guarda me, che anche se sono vestita low profile indosso le pellicce gialle d'estate. Se non è ironia questa...! 


Geometrie fluide e non costrittive anche per Etro, dove ci si ispira all'oriente, alla via della seta, ai viaggi e alle stampe floreali dei kimono,dei kaftani e degli harem pants.Anche per Etro la donna è misurata e attenta, ma con un'aria più "naif" per certi versi. E non indossa semplici vestiti, ma stoffe dipinte, opere d'arte pittorica da indossare (giuro! Son dipinti a mano,eh!). La cosa che mi piace molto di questa collezione è il fatto che, pur nell'estrema varietà delle stampe e delle forme, sia tutto più che portabile. In effetti a nessuno dovrebbe piacere l'effetto bomboniera, nemmeno se ci si ispira all'oriente, chè sembrare una geisha scappata di casa è davvero brutto. Etro ti prende un po' di fiori, maxi e mini, un po' di abiti lunghi e scivolati, con qualche taglio asimmetrico per niente casuale e BAM: hai un vestito perfetto, delicatissimo e divertente allo stesso tempo. Due aggettivi che far concordare tra loro è difficile: io, per esempio, delicato proprio non sono, dato che quando salgo le scale mobili della metro provoco scosse di 7.4 nella scala Richter (e non peso nemmeno tanto, bah) ma divertente sì: mi servirebbe un po' più di magia Etro.

E se di ispirazione orientale vogliamo (e dobbiamo!) parlare, allora non si può non citare la collezione di Emilio Pucci. Asia everywhere, Asia dovunque, dall’India alla Cina; ma meno naif di Etro, piuttosto più sensuale e self-confident. Sensualità che è stemperata dal candore e dalla leggerezza dei tessuti, per lo più eterei e impalpabili, come seta e raso. E’ sicuramente sexy, ma non volgare: le sovrapposizioni, le trasparenze e le forme fluide creano un bellissimo giuoco di seduzione. Pucci, e il suo designer Peter Dundas, insegnano come essere sexy senza scadere nella scontata volgarità. Perchè esponendo tutto e subito si toglie fascino, si toglie mistero. Il mistero che ci evocano le stampe di dragoni orientali, l’oro indiano e gli arabeschi: rievocazioni di mondi che il web ha avvicinato, ma non si può cancellare la voglia di evasione.








In definitiva, io non so se sia per la crisi o che altro, ma è da un po' di stagioni che si ritorna al concetto classico di eleganza: la ricerca e l'innovazione,certo, non si fermano, ma ogni maison torna sui suoi cavalli di battaglia per riproporli in vesti contemporanee. Ed è una strategia vincente. Non è che non l'abbiano mai fatto, di ritornare sui propri passi intendo, ma c'è un sapore nuovo: un sapore che sa di sogno, di evasione, di voglia di dimenticare le bruttezze e le preoccupazioni che siamo costretti a vedere ogni giorno. Non c'è spazio per le varie Belèn o veline, la bellezza e la sensualità con loro non hanno nulla a che fare. E' meglio tornare ad attualizzare il concetto dell'eleganza classica, che in tempi di crisi c'abbiamo bisogno di sentirci sicuri. E già rischiamo di rimanere in mutande anche senza volerlo, almeno cerchiamo di coprirci bene.


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